"Franceschini è un visionario. Secondo me ha un animo artistico, si vede dai romanzi che scrive.” Jovanotti, L’Espresso
“Riscopre così ciò che i libri e i film degli anni '60 hanno legittimamente chiamato realismo magico.”Le Magazine Littéraire
"Franceschini lancia il lavoro immateriale. Denise Pardo, Pantheon - L'Espresso:
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento pubblicherà un romanzo sui "mestieri immateriali". Eppure manca un mestiere: quello degli spingitori di carro.
Visto il tafferuglio politico, meglio pubblicare. Infatti esce in libreria “Mestieri immateriali di Sebastiano Delgado” edito da Bompiani, un nuovo romanzo, meno di cento pagine, si dice perché non se ne sa ancora molto, scritto da Dario Franceschini.
UN CASO RARISSIMO Franceschini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento? In persona. Ed è superfluo che supplichi: «Non cercate collegamenti con il politico. Sono un caso rarissimo di omonimia con somiglianza fisica». I collegamenti s’intravedono, e sarà pure probabile che il politico penalizzi lo scrittore e viceversa. Pazienza, c’è di peggio nella vita. Ma che chiave, quei “mestieri immateriali”!
CHE NOTTE! La storia per sommi capi è questa: una notte, Sebastiano Delgado ha un’illuminazione. Fondare un’agenzia di collocamento di mestieri che soddisfino bisogni d’anima e di cuore. L’idea spopola, Delgado finisce in gloria per aver individuato una specie di quinto settore, l’economia di mestieri immateriali. Obiettivamente, che piaccia o no lo scrittore democratico Franceschini, grandioso vero?
QUESTIONE DI MANTRA Sì. Ma l’autore ha un mantra e cioè che il suo karma di scrittore non si abbevera al demi-monde politico (ma nel romanzo precedente “Daccapo”, un buon libro, c’era un notaio con cinquanta figli avuti da cinquanta prostitute, e coincidenza delle coincidenze era l’epoca del bunga-bunga!). Mantra a parte, come si fa a non pensare il contrario? Da parte sua, sarà il rifiuto inconscio del Porcellum o di Renato Brunetta, sarà che vuole tenere due vite e due lenti parallele, ma è difficile dargli retta. E non ricollegare l’impianto del romanzo anche alla realtà della politica.
IL MISTERO DEL MINISTERO In primis, a lui e la sua poltrona. Perché ad essere picciosi, il suo ministero, importantissimo per l’azione del governo, rispetto a quello delle Infrastrutture o dell’Economia, è forse il più immateriale che c’è. Così come alcuni di quei lavori immateriali che fanno la fortuna di Delgado, gli Accarezzatori, i Ballisti, i Lettori sono integrati da sempre nei codazzi dei politici, anche se con il significato inverso, prosaicamente materiale.
ANIME PERSE Nel “realismo magico e padano” del ministro, autore tradotto da Gallimard, l’editore di Proust più snob di Francia, per cui conta meno di zero essere un politico italiano, sono professioni estranee al cinismo del potere, appagano l’anima. Nel realismo del palazzo romano, i politici non hanno anima. E nel caso, non è più profonda di quella di una patata.
BENVENUTI A CORTE In compenso, hanno l’ego e quello che per Delgado è tenerezza, nel mondo del ministro è cortigianeria, ci sono gli yes-men, accarezzatori di vanità. Nel libro, i Ballisti sono talentuosi fabbricatori di buon umore. A Montecitorio abbondano pronti a spararla grossa: «Oggi Dario ha fatto un intervento decisivo». Se per il protagonista, i Lettori sono compagni di godimento letterario, per i politici sono fantasmi che preparano loro schede di volumi nemmeno scorsi che hanno preso l’impegno di presentare.
CORSA AL CARRO Nel romanzo, manca di sicuro un neo-mestiere nato alla convention di Matteo Renzi, dove era presente Franceschini. «Sul carro non si salta, si spinge», ha detto il sindaco di Firenze. Debutta così la categoria dello spingitore di carro. Che si tratti di un lavoro materiale o immateriale dipenderà dai punti di vista, ma varrà la pena di tenerlo bene a mente per il prossimo, immaginoso romanzo.